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La Banca europea per gli investimenti (BEI) e il Gruppo Intesa Sanpaolo hanno definito nuovi accordi per finanziamenti a medio-lungo termine destinati a imprese italiane, per un importo complessivo pari a 661 milioni di euro. L’iniziativa si inserisce nell’ambito dei rapporti consolidati tra BEI e Intesa Sanpaolo, ed è volta a rafforzare ulteriormente il supporto offerto al settore produttivo italiano, a mitigare gli effetti della crisi finanziaria e a contribuire all’avvio del processo di ripresa. In particolare gli accordi sottoscritti riguardano:
- Energie rinnovabili (100 milioni di euro): tramite Mediocredito Italiano e Leasint, entrambe società del gruppo Intesa Sanpaolo, la BEI mette a disposizione 100 milioni di euro per il finanziamento di progetti nel settore delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica localizzati in Italia. Si tratta di uno dei pilastri dell’attività di prestito della Banca europea per gli investimenti, e rappresenta un rafforzamento degli accordi di settore già siglati con Intesa Sanpaolo nell’ultimo triennio.
- Ambiente (60 milioni di euro): linea di credito destinata al finanziamento di progetti di piccole e medie dimensioni per la “protezione ambientale” e per le “comunità sostenibili” (inclusa la rinnovazione urbana), promossi da enti locali ed altri enti di diritto pubblico o di diritto privato. Il prestito potrà essere utilizzato anche per il finanziamento di investimenti in capitale umano (nel settore della sanità e dell’istruzione), nel settore dell’energia o di altri progetti infrastrutturali situati nelle regioni ammesse a beneficiare del finanziamento dei Fondi strutturali per il periodo 2007-2013 nell'ambito dell'obiettivo "convergenza”.
- Piccole e medie imprese (400 milioni di euro): i progetti non potranno superare l’importo di 25 milioni di euro con durata massima di 15 anni. Gli interventi sono destinati a aziende attive in tutti i settori produttivi: agricoltura, artigianato, industria, commercio, turismo e servizi e potranno riguardare l’acquisto, la costruzione, l’ampliamento e la ristrutturazione di fabbricati; l’acquisto di impianti, attrezzature, automezzi o macchinari; le spese, gli oneri accessori e le immobilizzazioni immateriali collegate ai progetti, incluse le spese di ricerca, sviluppo e innovazione; la necessità permanente di capitale circolante legata all’attività operativa. Sono esclusi i progetti di puro investimento finanziario/immobiliare. Fonte: http://www.group.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/si09/contentData/view/content-ref?id=CNT-04-00000000B8944
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